Al termine della partita persa dalla Cremonese con il Bologna, è il direttore sportivo Simone Giacchetta a presentarsi in sala stampa.
Questa partita cosa cambia per il futuro, dato che ora il presente sembra segnato. Quali sono i progetti?
“Intanto c’è grande dispiacere per questo tipo di prestazione, in una partita tanto importante. Avremmo voluto conquistare la vittoria con una prova gagliarda, purtroppo non ci siamo riusciti. Merito del Bologna, ma forse siamo arrivati all’appuntamento mentalmente stanchi e dopo il primo gol ci siamo trovati davanti ad una salita. Tutto ciò ha dato la possibilità al Bologna di sfruttare al meglio le sue qualità e di punirci in modo severo. Dispiace ulteriormente, perché, molto probabilmente, questa sconfitta sancisce la nostra retrocessione e c’è grande delusione perché la Serie A l’avevamo conquistata tutti insieme sul campo. Detto questo la squadra ha dimostrato di essere fragile rispetto alle altre, abbiamo sempre sofferto anche se l’avvio di stagione è stato anche sfortunato e avremmo meritato qualcosa di più. Questo ha reso difficile il recupero; anche la sosta di due mesi ha condizionato il mercato e il prosieguo. Cremona, la città e i nostri tifosi hanno mostrato di meritare questa categoria. Ringraziamo tutti perché dall’inizio alle fine ci hanno sempre incitato dandoci la possibilità di lavorare al meglio”.

Mister Ballardini ha parlato di umiliazione e di lezione di calcio. E’ l’epilogo di una stagione che può essere definita fallimentare?
“Ogni partita di Serie A è un confronto importante. La Cremonese non partecipava a questa categoria da tantissimi anni. Abbiamo cercato di confrontarci con essa nel miglior modo possibile. Poi in Serie A ci sta di subire sconfitte, a volte anche di dimensioni rilevanti. E’ la seconda volta che ci capita. Ogni gara è una lezione, ma non parlerei di umiliazione. La Cremonese deve crescere, è stata una grandissima esperienza per tutti la Serie A: anche per voi giornalisti e per la città. La storia recente della Cremonese non parla tanto di Serie A. Nella passata stagione abbiamo compiuto un’impresa sportiva, conquistando una Serie A fantastica. Essere stati in A è stata una grande gratificazione per tutti, per la società, per i tifosi, per i giornalisti, per la città”.

Il mercato estivo, con la rivoluzione della rosa, quanto ha pesato?
“Quando si parla di una retrocessione è chiaro che di errori ne sono stati fatti diversi. Sono qui per assumermi la responsabilità, oggi era doveroso per il direttore sportivo, che ha l’onere di costruire la squadra, essere qui davanti a quello che è un insuccesso. E’ doveroso essere qui nei confronti della mia proprietà, dei tifosi della città essere qui oggi e riconoscere che sono stati commessi degli errori. Sempre in buona fede e tecnici, ma sono stati commessi. Il mercato di A è difficile, abbiamo cercato di fare del nostro meglio e siamo comunque riusciti a costruire una squadra di ragazzi validi che hanno dato tutto per la Cremonese pur arrivando da campionati esteri molto diversi dal nostro. Non è bastato, perché le fragilità iniziali mostrate la squadra non è mai riuscita a superarle. Il mercato è anche figlio di quello della passata stagione: la precedente era una squadra composta da ragazzi di prospettiva, che sono rimasti nei club di appartenenza. Non siamo riusciti a portarli con noi e il mercato italiano non ci ha visto ricevere il necessario consenso davanti ad una concorrenza di alto livello. Ci siamo così rivolti al mercato straniero: singolarmente abbiamo in rosa buoni giocatori, ma questo non è bastato a mantenere la categoria. Lo sapevamo dall’inizio che avremmo dovuto lottare per la salvezza, il dispiacere è legato al fatto che non siamo più stati al centro di quella come avremmo desiderato. Però è stata una grande esperienza, lo ribadisco: un’esperienza che ci farà crescere”.

I tifosi contestano la gestione del calcio mercato, ma le scelte iniziali riguardanti la guida tecnica. In queste settimane ha mai pensato che il cambio dell’allenatore sia stato fatto tardivamente?
“Errori ne sono stati fatti diversi. A cose fatte è chiaro che quella scelta può essere sembrata tardiva, ma non dimentichiamo che questo è stato un campionato tardivo condizionato dalla sosta lunga. Nelle uscite precedenti, con la partita di Empoli ad esempio, avevamo avuto, analizzando le prestazioni non il risultato, sensazioni positive sul percorso di crescita. Alla ripresa invece abbiamo perso tre gare consecutive e la sconfitta con la Juve è stata micidiale. Dopo Monza abbiamo quindi deciso per una scelta diversa”.

Direttore ha parlato spesso di inesperienza, ma non tutti, ad esempio Braida, erano a digiuno di esperienza…
“Se sono qui io è perché la direzione tecnica è affidata a me. Detto questo, il lavoro in team non è mai mancato, poi però qualcuno deve prendere le decisioni e assumersi le responsabilità: è per questo che sono qui a metterci la faccia e a farmi carico di quelle responsabilità”.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 21 maggio 2023 alle 11:46
Autore: Redazione TuttoCremonese
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