Da cinque turni a questa parte, dello scacchiere di Davide Nicola, è diventato una pedina pressoché inamovibile. Il tecnico grigiorosso sta dimostrando di contare molto sull'apporto di Martin Payero, e a ragion veduta. Il giocatore argentino con un passato nel Boca Juniors sembra essersi lasciato alle spalle un difficile avvio di stagione, complici anche un paio di infortuni che lo hanno inevitabilmente posto in assenza forzata dal rettangolo verde.
L'avvio di campionato al piccolo trotto
L'avvio di stagione non è stato particolarmente esaltante. Nel conto occorre però mettere anche il fatto che, approdando a una nuova squadra, ha dovuto prendersi il tempo per misurare la temperatura del suo nuovo ambiente di lavoro.Dopo avere scontato un problema muscolare che lo ha costretto a disertare i campi dal 17 al 21 agosto, Payero è arrivato comunque a recuperare in tempo per essere impiegato nelle prime due uscite vittoriose dei grigiorossi con Milan e Sassuolo. Nel primo caso è sceso in campo per soli trentatrè minuti della ripresa e ha scontato il debutto, meglio, invece, nella sfida contro gli emiliani pur se è stato schierato soltanto negli ultimi sedici minuti.
L'infortunio e lo stop
Nicola meditava forse di concedergli una fiducia più ampia dopo il match con il Sassuolo ma, il 13 settembre, prima della sfida della Cremonese contro l'Hellas Verona, il destino mette sulla strada di Payero il masso di un infortunio che lo obbliga a disertare due partite con Hellas Verona e Parma nel quale il suo apporto a centrocampo avrebbe potuto rivelarsi prezioso per l'imbastimento di una manovra a chiara vocazione offensiva. Ma le nubi grigie se ne sarebbero andate di lì a poco.
Il ritorno con il Como
Nicola non è tipo che soffra di amnesie e, di quella promessa fatta a se stesso di cominciare a dare al gaucho argentino un po' di minutaggio in più, non si è affatto scordato. Con il Como, infatti, lo fa entrare in campo sin dal primo minuto e la scelta si rivela azzeccata: Payero dirige bene l'orchestra a centrocampo ed evidenzia una buona dose di personalità.
In panchina con l'Inter, poi titolare inamovibile
Nella Caporetto contro l'Inter non scende in campo ma, già contro l'Udinese da cui proviene, Nicola decide di ridargli le chiavi del centrocampo e anche questa volta non sfigura. Nel vestito indossato dal fischio d'inizio dalla Cremonese contro l'Atalanta il suo nome figura ancora tra quello dei titolari, stavolta, però, la vendemmia è meno buona. Payero decide di riscattarsi prontamente e, contro il Genoa, sfodera una prova decisamente più convincente che, non per caso, culmina con il ritorno alla vittoria della pattuglia di Nicola. Contro Juventus e Pisa ha una nuova flessione di rendimento ma questo non va a inficiare la sua prestazione complessivamente discreta da inizio campionato che porta Nicola a concedergli sempre credito.
Come gioca nella Cremonese e come giocava nell'Udinese
Rispetto a come lo impiegava Kosta Runjaic nell'Udinese, Payero non ha avuto grandi modifiche tattiche. La sua posizione resta infatti quella di trequartista laterale con la missione di distribuire palloni monetizzabili in gol alle due punte. Così lo concepiva il tecnico dei friulani, così lo concepisce anche Nicola. Con una piccola modifica. Runjaic utilizzava infatti la linea dei trequartisti a cinque ripartendo maggiormente il loro carico di lavoro a supporto delle punte, Nicola si avvale di un trequartista in meno utilizzandone quindi quattro e ha avuto l'effetto quindi di responsabilizzarlo maggiormente, essendo i carichi di lavoro in capo a ciascun esponente del reparto ripartiti in modo diverso. Sa abbinare a una prestanza fisica che lo porta a misurarsi spesso con esito positivo nei contrasti una buona educazione sul piano della tecnica. Vi è quindi da pensare che Nicola lo caricherà sempre maggiormente di responsabilità avendone letto a fondo le caratteristiche e non snaturandole.
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