Ha fatto tanto, la Cremonese. Eppure, per quelle ironie che solo il calcio sa orchestrare, non ha ancora fatto nulla. La serata perfetta contro la Juve Stabia è già alle spalle, incastonata nella memoria dei tifosi ma ininfluente ai fini di ciò che conta davvero: la promozione.

L’ultimo ostacolo si chiama Spezia, e rappresenta tutto ciò che si teme nelle finali: avversario solido, preparato, cinico, con il vantaggio del miglior piazzamento. Due risultati su tre. Alla Cremonese, come spesso accade a chi rincorre, serve una vittoria. Almeno una.

Stroppa lo sa: ora viene il difficile

C’è una differenza sottile, ma cruciale, tra entusiasmo e consapevolezza. Giovanni Stroppa, che le finali sa come affrontarle e vincerle, conosce bene il confine tra euforia e lucidità. Sa che l’impresa vera comincia ora. Che la forza mentale sarà determinante almeno quanto quella fisica. Che vincere quando si deve è molto più complicato che farlo quando si può.

Giovedì allo Zini e domenica al Picco di La Spezia non basteranno solo le gambe. Serviranno intelligenza, freddezza, gestione dei momenti, e la capacità – rara – di soffrire senza disunirsi, di colpire senza frenesia.

Una settimana per crederci ancora

Lo Spezia, che ha fatto fuori il Catanzaro con apparente semplicità, ha dimostrato equilibrio, forza difensiva e cinismo in avanti. La Cremonese, invece, ha sfoggiato il meglio del suo repertorio tecnico e caratteriale proprio nel momento decisivo della semifinale.

Adesso serve ripetere quella prova, moltiplicarla per due. Perché il destino si gioca in 180 minuti (o forse di più), e ogni dettaglio può cambiare tutto.

Per ora, Cremona può concedersi un’altra settimana per sognare. Ma da giovedì sera, si torna a lottare. E stavolta, più che la bellezza, conta solo il risultato.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 27 maggio 2025 alle 14:00
Autore: Redazione TuttoCremonese
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