Nelle ultime tre partite sono arrivati soltanto tre gol, in media uno a partita. La Cremonese ha fatto emergere quello che rischia, nel prosieguo del campionato, di essere un elemento di forte zavorra per il suo rendimento, ovvero la sua grande difficoltà nel riuscire a perforare le porte avversarie. Le dodici reti segnate in undici gare sono il termometro del fatto che, là davanti dove si deve colpire l'avversario profanando la sua rete, occorre fare assolutamente di più. 

Gli stessi gol segnati della Roma 

Si potrebbe obiettare che, per esempio, anche nei piani alti del condominio qualcuno non segna proprio a grappoli e paradigmatico, al riguardo, è l'esempio della Roma di Gian Piero Gasperini che ha lo stesso bottino realizzativo ma ha saputo tenere le avversarie ben maggiormente alla larga dalla sua porta con sole cinque reti subite contro le tredici dei grigiorossi. A parità di reti segnate, quindi, a pesare maggiormente è la perforabilità della difesa. E quanto maggiore è tale perforabilità, per logica, tanto maggiore deve essere il controbilanciamento in termini di reti messe a segno che renda positivo il saldo. Finché il passivo resta a livello di guardia, il mal di testa in casa grigiorossa non viene. Ma se la forbice dovesse allargarsi questo potrebbe diventare un problema. Da qui la necessità, per Nicola, di cercare di dare al suo attacco un pungiglione più spuntato. 

L'influenza delle reti dei difensori 

Dei dodici centri della Cremonese, quattro, in egual proporzione di due e due, portano l'autografo di due difensori, Federico Baschirotto e Filippo Terracciano. E' evidente che tutto possa giovare alla causa, compreso il fatto che anche il reparto difensivo non disdegni di scagliare fendenti contro le altrui porte. Lo è però altrettanto che questo peso non debba essere sproporzionato a quello dell'attacco. 

I pochi cecchini del reparto avanzato 

A Jamie Vardy si è potuto finora concedere, anche in virtù del suo scintillante passato, che dovesse prendere le misure giuste a una realtà per lui nuova di zecca prima di fare capire anche allo stivale calcistico di che pasta sia fatto. Ma ora il tempo dell'ambientamento deve lasciare spazio al tempo del consolidamento in termini di reti realizzate. Sinora ne sono arrivate due, le stesse di Terracciano e Baschirotto che però, con rispetto parlando, nella geografia tattica di Davide Nicola hanno mansioni ben diverse da esercitare. E sinora poca acqua al mulino sembra essere stata portata anche da Franco Vasquez capace di contribuire alla causa lo scorso campionato con nove reti. Certo, ci si potrà in qualche modo consolare con le quattro reti messe a segno da un Federico Bonazzoli che sinora è stato quello a portare maggior fieno in cascina, ma la famiglia realizzativa, in un modo o nell'altro, esige di allargarsi. In quantità o in qualità, ma di allargarsi. E i casi sono assolutamente due e ineludibili: o aumenta la famiglia di chi possa portare un contributo realizzativo significativo, o si dilata quella delle reti di chi, sinora, lo ha già portato pur se al di sotto delle aspettative. Non può poi fare testo la sola rete realizzata da un Manuel De Luca che da tempo non rientra ormai più nei piani dei grigiorossi. E si attende di capire se Jeremy Sarmiento potrà anch'egli dare le sue pennellate di colori vivaci al quadro del reparto offensivo. 

Speranza nei rientri 

A dirla tutta, dal mosaico offfensivo della Cremonese mancano alcune tessere che potrebbero rivelarsi particolarmente luccicanti sul piano realizzativo ed è indubbiamente un elemento da non sottovalutare. Dal loro rientro potrebbe dipendere quindi un supplemento di vitalità realizzativa della squadra. Si parla, a esempio, di MIchele Collocolo che avrà le ganasce ai piedi per una lesione del retto femorale sino a dicembre-gennaio e lo scorso campionato fu in grado di dare il suo apporto con sette reti. Si parla di Faris Moumbagna, giunto in prestito dall'Olympique Marsiglia con grandi aspettative ma fermato da una lesione al flessore. Il discorso coinvolge però anche il nazionale paraguayano Antonio Sanabria.

L'appello di Davide Nicola a una maggiore praticità

Non paiono esservi particolari dubbi sul fatto che, quando parla di una maggiore praticità della squadra, Davide Nicola non lasci il discorso confinato all'aspetto del possesso palla. Praticità, per lui, è anche sinonimo di capacità di saper capitalizzare meglio quanto creato. Perchè; parole sue, ingoiare bocconi amari come quello contro il Pisa quando la sua squadra avrebbe per lo meno potuto caricare con sè sul pullman per il ritorno all'ombra del Torrazzo almeno un punto è qualcosa che non desidera più fare.     

     

Sezione: News / Data: Lun 10 novembre 2025 alle 16:34
Autore: Cristiano Comelli
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