La panchina gli mancava dal 30 maggio 2025 quando, dopo pochi giorni dal rinnovo del contratto con la Fiorentina, decise clamorosamente di rassegnare le dimissioni. Adesso Raffaele Palladino è pronto a rimettersi in gioco su una panchina di grandi ambizioni come quella dell'Atalanta. L'ex calciatore, tra le altre, di Juventus, Genoa e Parma raccoglie il testimone da Ivan Juric, esonerato dopo il deludente primo scorcio di stagione degli orobici con un tredicesimo posto in campionato con soli tredici punti frutto di appena due vittorie, sette pareggi e due passi falsi. Palladino si appresta così a tornare ad allenare in Lombardia dopo le due felici stagioni con il Monza, da lui condotto a una brillante salvezza.
La situazione critica dell'Atalanta
Palladino raccoglie un'eredità certamente scomoda. Rispetto agli esiti fausti degli ultimi campionati, culminati anche con una stabile frequentazione della zona europea, con l'accesso alla Champions League e la storica vittoria per 3-0 in Europa League contro il Bayer Leverkusen, la squadra è partita al piccolo trotto. Vero è che Ivan Juric raccoglieva un'eredita non semplice lasciatagli dal vincente Gian Piero Gasperini ovvero colui che, dopo il periodo aureo di Emiliano Mondonico e la partecipazione alla Coppa delle Coppe, ha portato la compagine nerazzurra di nuovo in alta quota. Ma le attese riposte sul tecnico croato, sulla cui designazione ai tempi qualcuno storse già il naso non poco, sono andate deluse. La squadra non ha infatti saputo garantire la necessaria continuità, e ciò nonostante il materiale su cui l'ex Torino, Roma e Southampton doveva lavorare fosse in parte lo stesso di quello messo a disposizione del suo predecessore. Tutto ciò ha indotto la dirigenza della famiglia Percassi ad attuare un giro di vite procedendo a un avvicendamento tecnico.
Il ritorno in gioco di Raffaele Palladino
A Palladino è quindi offerta l'opportunità sul piatto d'argento di tornare ad allenare a buoni livelli dopo l'esperienza con la Fiorentina. E tutto questo sulla scorta di quell'esperienza con il Monza, dove fu scelto dal defunto ex presidente Silvio Berlusconi per rilevare il testimone da una vecchia conoscenza della Cremonese, Giovanni Stroppa e riuscì nell'intento di condurre, per ben due stagioni, la squadra a una tranquilla salvezza. Sulla panchina viola Palladino ha avuto modo di confermare la sua caratura di allenatore ormai non più rivelazione conducendo la squadra al sesto posto nella stagione 2024-25 a disputare la Conference League sino alla finale persa dal Betis Siviglia.
Il possibile modulo "bergamasco" di Palladino
L'attesa dei tifosi atalantini è ora di vedere quale modulo adotterà Palladino. La probabile soluzione è quella del 3-4-2-1 con due trequartisti a supporto dell'unica punta. Un elemento, questo, che lo porrebbe in linea di continuità con Juric rispetto al quale sarà però necessariamente chiamato a dare un rendimento diverso. L'identità di modulo non esclude infatti il rimescolamento delle pedine e la proposta di uno scacchiere differente con individualità intercambiabili, specialmente laddove vi siano giocatori adattabili a più ruoli.
Il contratto di Palladino e il suo staff
Palladino sarà legato ai colori orobici sino al 30 giugno 2027. Lo affiancheranno in questa nuova avventura il vicetecnico Stefano Citterio, il collaboratore tecnico Federico Peluso, il preparatore atletico Fabio Corabi, il collaboratore preparatore Nicola Riva. Conferma per il match analyst sarà Mattia Casella, il collaboratore tecnico Cristian Raimondi, il preparatore dei portieri Marco Savorani con il suo collaboratore Sabino Oliva. Resteranno con Palladino anche lo specialist analyst Marcello iaia, il match analyst Stefano Brambilla e il collaboratore preparatore atletico Andrea Vigni.
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