La notizia dell’arresto per traffico internazionale di stupefacenti del procuratore dell’Aia, Rosario D’Onofrio, avvenuto giovedì, non è stata certo accolta bene a via Allegri. Che da tempo aveva messo l’Associazione Italiana Arbitri sotto la lente d’ingrandimento, ma che ora vuole vederci chiaro. E così Gravina ha «subito chiesto riscontro al presidente Trentalange sulle modalità di selezione del Procuratore, in quanto la sua nomina è di esclusiva pertinenza del comitato nazionale su proposta del presidente dell’Aia. Una cosa è certa, la Figc assumerà tutte le decisioni necessarie a tutela della reputazione del mondo del calcio e della stessa classe arbitrale». Ma non solo, in campo è scesa anche la Procura federale, che ha chiesto gli atti dell’inchiesta Madera, coordinata dai pm Rosario Ferracane e Sara Ombra della Direzione distrettuale antimafia e che ha portato all’emissione di 42 ordini di custodia cautelare (26 in carcere) per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Al centro delle domande che si fanno in Figc, capire quale fosse lo “stato” di D’Onofrio all’epoca della nomina, uno dei primi atti della presidenza Trentalange, e perché - partendo da una presunzione di ignoranza - nessuno abbia fatto controlli per un ruolo che è estremamente delicato (effettuare le indagini sugli arbitri, organo di garanzia della Federcalcio).

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Dom 13 novembre 2022 alle 10:23 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Redazione TuttoCremonese
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