Se c’è un aspetto che oggi impone una riflessione profonda in casa Cremonese, è senza dubbio la fase offensiva. La gara contro il Napoli ha certificato un momento di evidente difficoltà: i grigiorossi sono arrivati a tre partite consecutive senza trovare la via del gol, un dato che pesa e che racconta molto più di una semplice flessione momentanea.

L’ultima rete segnata risale al 7 dicembre, quando Sanabria aveva trovato il guizzo decisivo contro il Lecce. Da allora, però, la produzione offensiva si è drasticamente ridotta, sia per volume di occasioni sia per qualità delle manovre.

Meccanismi da rivedere: la manovra si è inceppata

Il problema non è riconducibile al singolo attaccante, ma riguarda l’intero sistema. Nelle ultime uscite la Cremonese è apparsa molto meno pericolosa rispetto alla prima parte di stagione: il gioco si sviluppa con fatica, l’azione offensiva manca di fluidità e gli attaccanti vengono spesso isolati.

Vardy continua a lottare con generosità, ma è evidente come venga servito poco e male. Le sue occasioni nascono quasi esclusivamente da iniziative personali: palloni sporchi recuperati lontano dall’area, duelli fisici continui con i difensori avversari, corse dispendiose che lo allontanano dalla zona dove potrebbe essere realmente decisivo.

La mossa Sanabria non basta: serve una squadra più corta

Il tentativo di Nicola di alzare il tasso offensivo affidandosi a Sanabria non ha prodotto gli effetti sperati. Non per limiti del singolo, ma perché manca un accompagnamento corale all’azione. Gli attaccanti ricevono palla troppo spesso spalle alla porta, senza linee di passaggio pulite e con pochi uomini pronti a supportare la manovra.

Quando la squadra non riesce a salire compatta, anche le soluzioni individuali finiscono per essere sterili.

Fasce poco incisive e Barbieri lontano dai suoi standard

Un altro nodo riguarda il contributo dagli esterni. Nelle gare più recenti, dalle corsie laterali è arrivato un apporto inferiore alle attese, e questo ha inciso pesantemente sulla capacità di creare occasioni pulite. Se le fasce non spingono, l’area avversaria resta sguarnita di palloni giocabili.

In questo contesto anche Barbieri, solitamente uno dei più costanti per rendimento, fatica a incidere come in passato. Senza il suo contributo in termini di spinta e qualità nei cross, la Cremonese perde una delle sue armi principali.

Manca un piano B: il mercato può aiutare?

Il problema più evidente è forse l’assenza di un’alternativa tattica. Con gli uomini attualmente a disposizione, diventa complicato arrivare in area per vie centrali, soprattutto contro avversari ben organizzati. Se il piano A non funziona, mancano soluzioni credibili per cambiare spartito a gara in corso.

La sensazione è che il mercato possa — e forse debba — intervenire proprio su questo fronte, fornendo a Nicola profili in grado di offrire nuove soluzioni offensive e maggiore imprevedibilità.

Un problema strutturale da risolvere in fretta

La Cremonese resta una squadra solida e competitiva, ma senza un deciso cambio di passo nella fase offensiva rischia di vedere ridimensionate le proprie ambizioni. Segnare meno significa esporsi di più agli episodi e rendere ogni partita una battaglia logorante.

La qualità per crescere c’è. Ora serve ritrovare idee, ritmo e, soprattutto, gol.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 29 dicembre 2025 alle 21:30
Autore: Redazione TuttoCremonese
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