A uno sguardo puramente statistico, la situazione offensiva della Cremonese potrebbe non apparire così allarmante. I grigiorossi occupano infatti il 13° posto per gol segnati in Serie A, un dato che, preso isolatamente, suggerisce una squadra quantomeno in linea con molte dirette concorrenti.

Eppure, guardando le partite, emerge una realtà ben diversa. Le difficoltà del reparto avanzato sono evidenti e vanno oltre i numeri: il problema principale è strutturale, legato allo sviluppo della manovra e al modo in cui gli attaccanti vengono coinvolti.

Attaccanti scollegati dal resto della squadra

Troppe volte, durante le gare, le punte della Cremonese si ritrovano isolate, costrette a giocare spalle alla porta senza linee di passaggio pulite e con pochi compagni pronti ad accompagnare l’azione. Il risultato è una manovra che si spegne negli ultimi trenta metri, con palloni che arrivano in area in modo sporadico e spesso poco giocabile.

La squadra fatica a salire compatta, e quando il pressing avversario si alza, gli attaccanti restano intrappolati tra i centrali difensivi senza il supporto necessario.

Il caso Vardy contro il Napoli è emblematico

La gara contro il Napoli ha offerto un esempio lampante di questa dinamica. Jamie Vardy, riferimento offensivo della Cremonese, è stato costretto più volte ad allargarsi o ad abbassarsi per entrare nel vivo del gioco.

Una scelta obbligata, non tattica. Vardy ha dovuto cercare spazio lontano dall’area per ricevere palloni giocabili, salvo poi essere immediatamente raddoppiato dai difensori avversari, senza che si creassero corridoi centrali o inserimenti utili a sfruttare i suoi movimenti.

In queste condizioni, anche un attaccante esperto e abituato a muoversi tra le linee finisce per essere neutralizzato.

Non è un problema di singoli, ma di sistema

Attribuire le difficoltà offensive ai soli attaccanti sarebbe riduttivo. Il nodo centrale riguarda la connessione tra i reparti: centrocampo e fasce non riescono con continuità a supportare l’azione, e la squadra fatica a portare uomini sopra la linea della palla con i tempi giusti.

Senza accompagnamento, senza ampiezza costante e senza inserimenti dalle mezzali, l’attacco diventa prevedibile e facile da contenere, soprattutto contro avversari ben organizzati.

Serve un cambio di passo nella manovra

La Cremonese non è una squadra sterile per definizione, ma per esprimere il suo potenziale offensivo deve ritrovare fluidità e coraggio nella costruzione. Alzare il baricentro, accorciare le distanze tra i reparti e dare più soluzioni a chi gioca davanti sono passaggi fondamentali per evitare che le punte continuino a lottare in solitudine.

I numeri, per ora, tengono a galla i grigiorossi. Ma se la percezione dal campo non cambia, il rischio è che le statistiche smettano presto di raccontare una storia rassicurante.

Sezione: News / Data: Mar 30 dicembre 2025 alle 13:30
Autore: Redazione TuttoCremonese
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