C’è un filo conduttore chiaro che unisce gran parte delle vittorie ottenute finora dalla Cremonese in campionato. Non si tratta solo di episodi o di singole prestazioni individuali, ma di un contesto tattico ricorrente che sembra esaltare in modo evidente le caratteristiche offensive della squadra grigiorossa. Cinque successi complessivi, quattro dei quali maturati contro avversari schierati con difesa a quattro e assetti offensivi come il 4-2-3-1 o il 4-3-3, spesso accompagnati da un baricentro alto e da una linea difensiva aggressiva.

In questi scenari, la Cremonese ha mostrato una sorprendente efficacia nel punire gli spazi, sfruttando la profondità come arma primaria. Non è un caso, ma una precisa interazione tra struttura avversaria e qualità del reparto avanzato grigiorosso.

Le difese a quattro che scelgono di accorciare in avanti, mantenendo le linee alte per sostenere il pressing, finiscono spesso per offrire il tipo di campo che la Cremonese sa interpretare meglio. Quando lo spazio alle spalle dei centrali si amplia, gli attaccanti grigiorossi trovano terreno fertile per muoversi senza palla, attaccare con tempi giusti e ricevere verticalizzazioni rapide che spezzano l’equilibrio difensivo avversario.

La Cremonese non costruisce necessariamente un possesso prolungato, ma predilige una manovra funzionale, capace di accelerare improvvisamente. Il pallone viaggia veloce, spesso con pochi tocchi, e la ricerca immediata della profondità diventa il mezzo principale per risalire il campo. In questo senso, il baricentro alto degli avversari si trasforma da vantaggio teorico in vulnerabilità concreta.

L’unica vittoria arrivata contro un sistema diverso è quella della prima giornata contro il Milan schierato con il 3-5-2. Una gara particolare, figlia anche di un momento stagionale ancora embrionale, in cui le letture difensive e le distanze tra i reparti non erano ancora consolidate. Tuttavia, osservando l’andamento successivo del campionato, emerge con chiarezza come la Cremonese trovi maggior continuità di rendimento quando affronta squadre che difendono a quattro e scelgono di tenere la linea lontana dalla propria area.

In queste partite, il reparto offensivo grigiorosso può lavorare su ciò che sa fare meglio: attacchi verticali, corse senza palla, tagli alle spalle dei terzini e duelli in campo aperto. Il ritmo aumenta, la partita si allunga e la Cremonese riesce a trasformare le transizioni in occasioni nitide, spesso decisive.

Questo dato tattico diventa una chiave di lettura fondamentale anche in ottica futura. Le difficoltà incontrate contro squadre più basse, compatte e schierate con blocco medio-basso suggeriscono che il margine di crescita passi dalla capacità di creare soluzioni diverse, magari attraverso una maggiore occupazione dell’area o una migliore gestione del possesso posizionale. Ma quando il contesto lo consente, quando l’avversario accetta il rischio di difendere alto, la Cremonese ha dimostrato di saper colpire con precisione chirurgica.

Non è solo una questione di moduli, ma di spazi e interpretazioni. E finché gli avversari continueranno a concedere campo alle spalle della linea difensiva, la Cremonese avrà sempre l’opportunità di trasformare una partita aperta in un terreno favorevole alle proprie qualità.

Sezione: News / Data: Ven 19 dicembre 2025 alle 14:00
Autore: Redazione TuttoCremonese
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