Sei parate all’interno dell’area di rigore, tanti interventi decisivi e una prestazione di assoluto livello: con i suoi guantoni Emil Audero ha contribuito all’importante pareggio grigiorosso sul campo dell’Hellas Verona. Il portiere classe ’97, nelle scorse settimane protagonista anche a livello internazionale con la maglia dell’Indonesia, è intervenuto in conferenza stampa al termine dell’allenamento mattutino.
Contro il Verona sei stato uno dei protagonisti, mentre nelle prime giornate sono stati altri tuoi compagni a mettersi in mostra. Vi attende un campionato di questo tipo, in cui ognuno sarà decisivo di giornata in giornata?
“Il mister ci chiede sempre di essere determinanti ed è chiaro che una squadra come la Cremonese, in lotta per la salvezza, debba lavorare sempre cercando di far esprimere al massimo i propri giocatori. Avere sette punti dopo le prime giornate è dovuto non solo alle nostre caratteristiche tecniche, ma soprattutto allo spirito. Quando ci sono lo spirito, la fame e la cattiveria giusta la base di partenza è ottima: se ognuno riesce ad esprimere il proprio massimo ci si possono togliere delle soddisfazioni. Chiaramente bisogna anche considerare gli avversari e le difficoltà del caso, ma sin qui abbiamo dato una buona dimostrazione collettiva e fa senza dubbio piacere”.
Dopo la partita con il Palermo hai detto che, nonostante la prestazione positiva, si erano intravisti dei margini di crescita. Cos’è cambiato da allora?
“Un mese sembra un lasso di tempo ridotto e quindi sembra che siano cambiate poche cose, ma in realtà ne sono cambiate tante. Sono arrivati tanti giocatori e quindi l’aspetto principale era riuscire ad integrarli al meglio, facendo capire loro qual è l’idea di gioco della Cremonese. Nel mezzo ci sono state la sosta e delle partite di campionato affrontate con lo spirito giusto. La stessa gara di lunedì ha mostrato che tutti avevamo la volontà di non darla vinta facilmente e abbiamo ottenuto un punto positivo. Abbiamo mostrato di essere solidi e ottenuto tre risultati importanti, ma allo stesso tempo non abbiamo fatto nulla. Il campionato ci dimostra che ogni partita è a sé e non c’è nulla di scontato, quindi dovremo mantenere questo spirito sempre”.
A 28 anni si è nel pieno della propria maturità calcistica. In cosa vuoi ulteriormente migliorare, a livello personale?
“Quello del portiere è un ruolo con più variabili che costanti, serve capire qual è la cosa migliore da fare nei diversi momenti della partita. In questi anni c’è stata un’evoluzione ed è fondamentale farsi trovare pronti, anche se non è così scontato riuscire a fare la cosa giusta al momento giusto. Riconoscere le gestioni diverse all’interno della gara è un aspetto che può sempre migliorare. La scelta di un portiere è quella che poi può determinare l’andamento di un’azione o dell’intera partita: per questo credo che sapere quale gesto tecnico fare in base a determinate situazioni sia l’aspetto più importante”.
I buoni risultati dell’Indonesia ti aiutano a smaltire la fatica dovuta ai viaggi internazionali che fai durante la sosta?
“Abbiamo fatto due partite positive, ma logisticamente non è scontato focalizzarsi prima in un ambiente e poi in un altro nel giro di poche ore. Quando ci si riesce però si riceve indietro la capacità di gestire queste situazioni e anche mentalmente il peso è minore. A ottobre ci aspetta una fase molto importante, non siamo i favoriti ma sarà interessante provare a strappare un pass per i Mondiali che avrebbe dello storico”.
Degli interventi che hai fatto a Verona, tante sono uscite verso l’attaccante. Come si preparano situazioni del genere? Merito della preparazione che hai svolto?
“Gli allenamenti in settimana fanno tanto, così come la capacità di riconoscere cosa fare nei diversi momenti della partita in base all’avversario e al contesto. Io ho scelto di accorciare il tempo e lo spazio a disposizione dell’attaccante per disturbarlo e mettergli pressione, sentivo che era il momento giusto per farlo ed è andata bene. Il nostro è un ruolo in cui serve tanto equilibrio”.
A livello tecnico preferisci gli interventi in uscita bassa oppure le parate più spettacolari, come quelle che hai compiuto su Modric e Berardi?
“Personalmente mi esalto con le parate basse, quelle di reazione in cui si deve scendere in velocità. I voli “plastici” sono senza dubbio piacevoli, ma se devo scegliere propendo per le prime. Io comunque dico sempre che il peso di una parata lo fanno anche il risultato e il minuto in cui la si compie”.
Come ti trovi con i tuoi compagni di reparto?
“Molto bene, anche per come stiamo lavorando. Si respira un buon clima e di conseguenza riusciamo tutti ad esprimerci bene in allenamento. Questo ci permette di divertirci e mettere giù una base importante che poi ci aiuta durante le partite”.
Domenica si gioca il terzo scontro diretto consecutivo. Come vi state preparando a questa sfida?
“Il nostro modo di approcciare il lavoro è sempre lo stesso: sappiamo bene che queste sono partite importanti, ma allo stesso tempo abbiamo dimostrato che le altre non ci devono sottovalutare perché abbiamo del potenziale. Durante l’anno sarà fondamentale arrivare alle partite in modo equilibrato, consapevoli che per batterci gli avversari dovranno fare un grande lavoro e mantenendo l’attenzione molto alta”.
Il Parma è una delle squadre più attrezzate per mantenere la categoria…
“Assolutamente, ha giocatori sopra la media in termini di qualità che giocano in nazionale oppure sono di prospettiva. L’anno scorso hanno fatto vedere delle belle cose, così come in queste prime giornate. Si tratterà sicuramente di una partita da non sottovalutare, giochiamo in casa e vogliamo mostrare ancora di più rispetto a lunedì”.
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