Nome Federico, cognome Baschirotto. Segni particolari: avere un cuore che scintilla d'orgoglio per il poter vestire la maglia della Cremonese. La sua storia in grigiorosso è cominciata il 29 luglio scorso quando fu prelevato dal Lecce, squadra a cui aveva dato molto e da cui molto aveva ricevuto con 112 presenze e cinque reti. Il suo biglietto da visita dopo cinque partite ha connotati chiari caratterizzati dal fatto di avere già messo a segno due reti. Ed entrambe si sono rivelate decisive. La prima per aprire ai suoi la strada per poter sconfiggere clamorosamente il Milan nel debutto stagionale al Giuseppe Meazza, la seconda per togliere al Como la gioia di gustarsi la posta piena. Insomma, gol di peso che stanno facendo la gioia dell'ambiente e della tifoseria grigiorossa.
Gli esordi in terra veneta
C'è un'età nella quale Baschirotto ha capito che poteva tentare il gran colpo di sbarcare nel dorato mondo del calcio. Aveva solo cinque anni, era il 2001 ed entrò a far parte delle giovanili dei veronesi del Nogara. Poi vennero Chievo e Legnago. La sua formazione calcistica lo condusse poi proprio nel settore giovanile della Cremonese dove si fece le ossa.
Le prime esperienze con il professionismo
Un'altra data che, nel diario di Baschirotto, ha una linguetta a bordo pagina a ricordarla è il 2013, quando, a soli diciassette anni, debutta in serie D con la casacca del Legnago e sforna trenta partite. La Cremonese lo tiene d'occhio e lo richiama nel 2014-15 inserendolo nella formazione Berretti. I tempi per crescere in tecnica e personalità, però, per lui, non sono ancora compiuti, e dall'ombra del Torrazzo sbarca a Seregno dove, oltre a totalizzare 34 presenze, scopre anche quanto sia bello profanare le porte avversarie riuscendo a farlo in un'occasione. Da allora, per lui, è un profluvio di esperienze nuove, arricchenti e fortificanti, dal Forlì al Cuneo, dalla Vigor Carpaneto alla Viterbese sino all'Ascoli e a quel Lecce in cui ha ricevuto la definitiva consacrazione.
L'esperienza particolare in terra salentina
L'esperienza in giallorosso, per Federico il grigiorosso birealizzante, è di quelle che gli resteranno scolpite per sempre nel cuore. Non solo in termini numerici, ma soprattutto sul piano affettivo e della capacità di forgiarsi come uomo e calciatore per poterne poi raccogliere ulteriormente i frutti nella città del torrone. Basti vedere le parole che ha riservato alla società salentina al suo congedo in una toccante lettera: "cara Us Lecce- ha scritto sul suo profilo social - mi hai permesso di realizzare il sogno di ogni calciatore e te ne sarò per sempre grato, ho cercato di ripagare la fiducia della società e l'amore della tifoseria sudando la maglia ogni giorno. Spero di esserci riuscito, di certo resta la condivisione di un traguardo storico vissuto ineieme. Il mio più sincero ringraziamento va, personalmente, a ciascun membro della splendida famiglia giallorossa, dal presidente al più giovane dei tifosi, Federico". Il calcio sa essere non soltanto professione, ma qualche volta anche sentimento. Di quelli che un trasferimento non cancella.
L'approdo alla Cremonese
Sarà anche perché lui, Federico il sognatore in grigiorosso, il calcio lo vive ancora come passione di chi non ha dimenticato le sue origini e sa di essere stato baciato dalla fortuna. E, per questo, sa badare al sodo lasciando in soffitta gli inutili sciovinismi. La prova? Eccola: "quando hai lavorato nei campi - ha affermato in un'intervista- non puoi lamentarti perché chi fa la vita da calciatore sembra essere in vacanza, vengo dal basso, non ho il talento di altri calciatori e non posso sottovalutare niente, volevo arrivare in alto e, per farlo, ho dovuto lavorare più degli altri".. Un'umiltà e una voglia di continuare a crescere che, nell''ambiente grigiorosso, sembrano avere apprezzato sin dal primo momento. Perché lui sa anche che calciatore fa rima con motivatore, e per rendersene conto si può bussare ancora una volta, chiedendo permesso, alla porta del suo profilo Facebook. Non vi è infatti partita disputata dai grigiorossi in cui non ci metta il suo imprimatur di caricamento dell'ambiente. Ecco un piccolo florilegio: "buona la prima" dopo Milan- Cremonese, "un altro passo avanti" in seguito a Cremonese- Parma. Da Cremona applaudono, da Lecce pure, tanto che qualcuno lo va a trovare sul profilo e gli dichiara: "a Lecce manchi tanto". Ma ora la sua casa è la Cremonese che definisce "un bel sogno realizzato dopo anni di duro lavoro".
Il "vizio" di famiglia
Federico Baschirotto ha peraltro un fratello in cui scorre il suo stesso sangue di passione calcistica. Gioca qualche piano più in basso, in serie D con il Chievo Verona ma anch'egli, come Federico, è animato da una diluviale voglia di emergere senza mai dimenticare lo spirito di laboriosità e attitudine al sacrificio tipico della sua terra. "Mio fratello - disse Francesco in un'intervista - è un esempio, prima del debutto contro l'Inter mi chiama e fa, ora marcherò Lukaku, mi sembra impossibile, tre anni fa ero in serie D e invece è tutto vero". Il calcio, loro, lo masticavano mattina pomeriggio e sera anche quando si dedicavano alla terra. A partire dalle figurine che, sono sempre parole di Francesco, "collezionavamo e ci scambiavamo". Ora, in una di quelle figurine, vi è anche la fotografia di Federico. Un giorno potrebbe esserci anche la sua. Il calcio è sogno e piedi piantati ben per terra. L'esempio dei due Baschirotto mostra a meraviglia come le due dimensioni non siano affatto in contraddizione ma possano convivere armoniosamente.
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