Il calcio è uno sport strano, ti porta in alto e ti fa cadere in un battibaleno, oppure ti porta dalle “stalle” alle “stelle”.

Domenica al Braglia di Modena, in una piovosa serata di Marzo, la Cremonese stava cercando invano il pertugio, il guizzo per sbloccare un match fermo sullo 0-0 resosi ancora più complicato con il rosso rimediato da Johnsen.

In dieci contro undici le partite non sono mai facili. Il Modena aveva ancora benzina in corpo per tentare il colpaccio. Stroppa era tranquillo ma non troppo, un eventuale distrazione, poteva costare molto caro e quando il palo ha strozzato in gola l’urlo del Canarino, Giovanni in cuor suo (alla Zio Vuja) ha pensato che tutto sommato: “meglio pareggio di sconfitta”.

Ma ecco arrivare come per magia il guizzo che cambia la storia del match. Il protagonista è uno di quelli che non ti aspetti: Matteo Bianchetti, proprio lui che per mesi ha diviso la piazza, finito spesso nel mirino della critica e che Mister Stroppa non ha mai messo in discussione dando a Matteo lo stimolo per dimostrare di essere un calciatore importante per la retroguardia grigiorossa.

Il suo gol sotto il settore occupato dai 927 cuori grigiorossi, l’abbraccio dei compagni, la gioia negli occhi di un ragazzo che non ha mai risposto alle critiche se non sul campo con prestazioni che gli hanno fatto guadagnare la stima dei tifosi, anche quelli che non lo hanno mai amato.

Una bella favola che solo questo sport sa regalare. Una notte che tutti hanno festeggiato perché, vuoi o non vuoi questo è un segnale.

Un gruppo che nella difficoltà si esalta e per la seconda volta (in dieci contro 11) dopo il pari in rimonta al Palermo, conquista tre punti e il secondo posto alle spalle del Parma.

I tempi per i bilanci non sono ancora maturi. Bianchetti si gode una settimana da leoni. Il “Ranocchio” si è trasformato in Principe e ha mandato in estasi una città che ora sogna e spera.

Dai Cremo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 05 marzo 2024 alle 10:00
Autore: Federico Bresciani
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