Il 27 marzo è una data che ogni tifoso Grigiorosso ricorda con affetto ed un pizzico di sana nostalgia. Per chi ha qualche capello bianco e ha superato abbondantemente la prima parte degli ‘’anta’’ è uno di quei momenti legati alla gioventù, agli anni novanta, ultimi scampoli di un calcio che lentamente terminava la sua fase ‘’romantica’’ per abbracciare lo show business e la schiavitù delle Pay TV.

La Coppa Anglo Italiana è una manifestazione nata dall’idea di Luigi Peronace, calabrese di Soverato, ex portiere della Reggina che dopo la guerra si era trasferito in Inghilterra ed era diventato un talent scout (a lui si deve l’arrivo in Italia di calciatori come John Charles e Liam Brady) e punto di riferimento del calcio britannico. La manifestazione si è svolta dal 1970 al 1996 e ha visto molte italiane portare a casa il trofeo. Oltre alla Cremonese, ad alzare la coppa, la Roma, nel 1972, il Brescia nel 1994 e il Genoa nel 1996 ultimo atto della manifestazione.

Quel giorno di trentuno anni fa erano tanti i Cremonesi al seguito. La squadra allenata da Gigi Simoni aveva battuto nel girone il West Ham (2-0) il Tranmere (2-1) e il Derby County (3-1) pareggiando (2-2) col Bristol City. Nella doppia sfida in semifinale contro il Bari, (4-1) e (2-2) e Cremonese a Wembley per l’ultimo atto, ancora con il Derby County.

Sotto al cielo di Wembley, la Cremo, grazie alle reti di Verdelli, Maspero e Bomber Tentoni, alzò la Coppa al cielo. Il punto massimo della storia dell’ US Cremonese. Il cielo inglese era colorato di grigio rosso e la Cremonese portava a casa una Coppa che era gioia e vanto per i tifosi per la società e per una intera città.

Oggi ripercorrere quel giorno, quel periodo, andare a rivedere i dati di quella manifestazione, mettere insieme le istantanee, fa venire un groppo alla gola. Sono passati trentuno anni e sembra ieri. Emozioni che non si possono spiegare a chi nel calcio vede solo un ‘’gioco’’.

‘’Cremona a Wembley e Piacenza al Trebbia’’

Sezione: Copertina / Data: Mer 27 marzo 2024 alle 14:00
Autore: Federico Bresciani
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